giovedì 3 maggio 2018

Poesie di Lorenzo

ANNI DOPO...
E lieve scende la sera
sulle nostre membra stanche.
Un sospiro caldo si fa strada
fuori dalle labbra.
Rabbrividisce ancora la mente
mentre siamo al cospetto
di un cielo eterno e fugace.
Noi siamo testimoni, amici miei.
             Ecco
Uno squarcio di eternità.

NON SUFFICIT.
La vita mi arde nel petto
e tutto ora è chiaro.
Sommerso dalla luce del mattino,
il sollievo è ciò che mi circonda.
Eppure questo non basta.
E respiro rinascita
le grige ceneri dell’invero,
spazzate via dalla brezza
il cielo terso nella vaghezza del luogo.
Eppure questo non basta.
Conosco il mio destino,
il sentiero che davanti a me
si staglia luminoso.
Il Padre non mi odia.
E pure questo non basta.
Continuo ad ardere
eppure non sento niente.
Nella quiete della salvezza,
non trovo la mia pace.
E dietro di me l’abisso.
L’impossibile bellezza dell’eterno.
NON MI SONO MAI SENTITO COSI’ VIVO.

LA PROSSIMA ALBA
E mentre il sole accende la tua vita,
tu urli di dolore.
Il sogno non cancella la ferita
l’ustione brucia incolore
Passi metallo sulla tua carne
Gelida consolazione
Vermiglia anima esce, non sai che farne.
Non c’è niente in quella sensazione.
La sofferenza corrompe il cuore.
L’aldilà, la sola via
Ciò che ti arresta è il terrore.
La tua codardia.
Nella penombra della stanza
Intrisa di torrida estate
il calore che non senti, le speranze andate.
Il tempo, maledetto, avanza.
Tu vivrai ancora.
E ancora brucerai,
tu, fenice impazzita.
Ancora un’altra alba…
Soffri un altro giorno
        Ti prego
Vivi un altro giorno.

                            ALLE MOIRE
Quando l’inverno ti gela l’anima
Ricorda: tutto cambia, tutto resta
Quando il sole sparisce nella notte più nera
Ricorda, tutto cambia, tutto resta
E quando il tiranno cadrà e la paura e l’odio con lui
Ricorda, tutto cambia tutto resta
Quando la tragedia termina tra gli applausi del pubblico
Ricorda, tutto cambia, tutto resta.
Le tenebre ardono al sole solo per poi tornare,
le stagioni si susseguono in una danza eterna.
La vita è un  ciclo caduco e perpetuo,
caotico e perfetto.
Nel bene e nel male
Ricorda, tutto cambia, tutto resta.

Fran

Fran. Qualcosa che accade all'improvviso e non ti aspetti. Qualcosa che ti lascia senza fiato
facendoti boccheggiare come un pesce fuor d'acqua. Qualcosa che fino a quel momento c'era
e poi scompare, così, senza una ragione. È una certezza che si trasforma in dubbio, una
giornata di sole che viene coperta da una densa massa di nebbia impedendoti di vedere poco
più avanti del tuo naso.
Fran. Come quando vedi tuo padre su un letto d'ospedale e non sai a cosa pensare.
Ero piccola a quel tempo, ma non lo scorderò mai. Le calde giornate di luglio 2010 sembrano
palpabili nei miei ricordi: la gente che stava male al solo pensiero di uscire di casa e noi
bambini che non riuscivamo a stare fermi nonostante l'afa asfissiante. Tuttavia, io e la mia
famiglia ci stavamo godendo l'estate nella solita casa in affitto di Cattolica. E non c'era nulla
che non andasse, voglio dire, le cose procedevano come sempre: io, mamma, papà, i nonni e
la spiaggia. Il solito.
Però qualcosa era cambiato: mio padre non era lo stesso, stava male e per quanto fossi stata
sveglia non riuscivo a capirlo. Ricordo solo che un giorno abbiamo ricevuto una chiamata
dall'ospedale e siamo partiti in fretta e furia, avevo ancora il costume indosso quando ero
salita in macchina. Qualche giorno dopo mia madre mi ha letteralmente scaricato dalla nonna
e sarò rimasta in casa sua per circa una settimana. Sentivo tutte le mattine mia madre, ma per
me era troppo poco. Mi chiedevo cosa stesse succedendo, ingenuamente pensavo che avessi
combinato qualcosa di sbagliato e che mi avessero lasciato lì apposta, ma non potevo sapere
che mio padre era in pericolo di vita e che mia madre cercava di stargli il più vicino possibile.
Poi finalmente la mamma è ritornata e insieme siamo andate da papà. Mi sono spaventata
quando sono entrata in ospedale, non perché pensassi che fosse successo qualcosa di serio,
ma perché gli ospedali non mi sono mai piaciuti. Ed è stato quando ho visto mio padre su
quel maledetto letto che il mondo mi è cascato addosso.  Fran. Il volto dolorante, la flebo
attaccata al braccio, la tendina di quell'orrendo verde acqua che separava i letti dei pazienti.
Fran. Sono rimasta ferma per qualche minuto. Attonita. Non sapevo cosa pensare.
Sono andata ad abbracciare mio padre ed ho iniziato a fare domande. "Calcolo renale..." mi
hanno detto. Per me erano ancora dei paroloni, ma avevo capito che c'era qualcosa di più
grave. Fran. Lui, che è sempre stato il mio eroe, grande e forte, lì, pallido e debole a patire su
un letto d'ospedale. Ma quando sentivo che il mio cuore stava per scoppiare, mia madre mi ha
detto che era già tutto finito, papà era già stato operato ed era guarito. Piangevo. Non saprei
dire se per la gioia che tutto si fosse   risolto  o  se  per la  tristezza  di  vedere  mio padre
sofferente, ma per quanto fossi stata piccola, il fran si era fatto sentire, e non poco

Benvenuti, Lorenzo e Martina!

Questa piattaforma, chiamata Blogger, ci consente di creare ed aggiornare un blog coi nostri account Google. Ho fatto numerose ricerche, e questa mi sembra la piattaforma più semplice ed efficace da utilizzare. Il titolo, il dominio e la grafica del blog possono essere modificati in qualsiasi momento, per cui tutto è provvisorio. Ci ho messo un po', ma ho capito come funziona. Accedeere al blog è semplice, basta scrivere il dominio sulla barra google. Lo lasceremo scritto sulle copie cartacee per diffonderlo agevolmente. Vi piace?

PS: posso cancellare quando voglio un post, questo è un test

Poesie di Lorenzo

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